Posizione del Gruppo PPE sul commercio internazionale

30.04.2015

Posizione del Gruppo PPE sul commercio internazionale

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Il partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP)

Il libero scambio e la globalizzazione hanno significativamente migliorato il tenore di vita e ridotto la povertà nell'UE e nel mondo: essi contribuiscono alla crescita economica e alla creazione di occupazione, rafforzando le relazioni politiche ed economiche con i paesi terzi. Il Gruppo PPE è impegnato a rafforzare i nostri legami strategici con gli Stati Uniti, partner con cui condividiamo non solo interessi geopolitici ed economici, ma anche valori comuni. Un accordo di partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP) equilibrato libererebbe appieno il potenziale, attualmente sottoutilizzato, del nostro rapporto economico e influenzerebbe positivamente i sistemi normativi mondiali in materia di commercio. Intendiamo perseguire questo programma ambizioso a vantaggio dell'UE e dei suoi cittadini.

Vogliamo adattarci alla globalizzazione

Le aziende europee che svolgono attività di importazione ed esportazione all'interno delle catene di valore globali attualmente esistenti creano occupazione e crescita soddisfacendo al tempo stesso le esigenze dei cittadini. Il Gruppo PPE vuole che il commercio sia basato sullo stato di diritto, al fine di diffondere i principi fondamentali della democrazia e dei diritti umani e di eliminare la povertà nel mondo. Siamo impegnati a favore di un commercio libero ed equo e dell'apertura dei mercati, pur volendo mantenere condizioni di parità. La politica commerciale ha un ruolo importante da svolgere nel raggiungere questi obiettivi in uno spirito di reciprocità e mutuo vantaggio.

L'economia dell'Unione dipende in larga misura dalla partecipazione alla crescita esterna

La crescita, la prosperità, l'occupazione e il mantenimento del modello sociale europeo sono tutti elementi interconnessi, che si sostengono reciprocamente. Si stima che nel 2015 il 90% della crescita mondiale sarà generato al di fuori dell'UE. È evidente che maggiori scambi comportano una più elevata produttività, contribuiscono a una maggiore competitività esterna e potrebbero generare fin d'ora oltre l'1,5% di crescita economica diretta, comportando notevoli vantaggi per i consumatori. Si stima inoltre che il 14% dei dipendenti e dei lavoratori, o 31 milioni di posti di lavoro, dipendano dai risultati commerciali dell'Unione. Gli ultimi 10 anni hanno dimostrato che l'apertura del commercio va di pari passo con l'occupazione e la creazione di posti di lavoro.

Il nostro impegno per la partecipazione dei cittadini

La globalizzazione e l'apertura dei mercati hanno significativamente migliorato il tenore di vita e ridotto la povertà nell'UE e nel mondo. Per questo chiediamo a tutti i soggetti interessati di elaborare una migliore strategia di comunicazione in materia di politica commerciale dell'Unione. Vogliamo trasparenza e apertura in tutte le fasi negoziali, ma difendiamo la riservatezza laddove necessario per raggiungere i migliori risultati nelle trattative. Garantiremo sempre la tutela delle società fornitrici di servizi di pubblica utilità e dei servizi stessi, come pure, nel rispetto dell'accordo generale sugli scambi di servizi (GATS) e delle pertinenti convenzioni dell'UNESCO, il diritto di proteggere, promuovere e finanziare la cultura, la diversità culturale nonché la libertà e il pluralismo dei media per soddisfare le esigenze democratiche, sociali e culturali delle nostre società.

Preferiamo un approccio multilaterale pur sostenendo i negoziati per un accordo di libero scambio

A nostro parere, il sistema commerciale multilaterale previsto dall'OMC resta di gran lunga il quadro di riferimento migliore per garantire un commercio libero ed equo su scala globale e nel rispetto dello stato di diritto. Ribadiamo che i membri dell'OMC dovrebbero rispettare tutti gli obblighi dell'organizzazione cui appartengono e che l'Unione dovrebbe adottare misure appropriate ogni qual volta un paese applichi misure commerciali restrittive ai danni dell'UE o di singoli Stati membri o non ottemperi ai suoi obblighi. Gli accordi di libero scambio sono solo una seconda opzione, ma necessaria. Auspichiamo l'eliminazione delle barriere tariffarie e non tariffarie, la cooperazione nel campo delle norme tecniche, dei diritti di proprietà intellettuale, della protezione degli investimenti, dell'accesso al mercato, degli appalti pubblici, della fornitura di materie prime e delle fonti energetiche, pur volendo mantenere le rigorose norme esistenti in Europa in materia di ambiente, lavoro e protezione dei consumatori e garantire i nostri standard sanitari, fitosanitari e di sicurezza alimentare, oltre al rispetto dei principi della PAC. Siamo convinti che la ragione principale del successo economico dell'Unione europea risieda nella varietà dei suoi operatori economici, tra cui anche piccole e medie imprese e multinazionali. Per questo vogliamo prendere in considerazione le esigenze e gli interessi specifici che devono essere rappresentati nell'ambito di tutti i negoziati commerciali. Occorre tenere sufficientemente conto degli interessi dei produttori dell'UE, compresi quelli situati nelle regioni ultraperiferiche (RUP), e degli interessi dei paesi e territori d’oltremare (PTOM) associati all'UE.

Vogliamo rafforzare il legame transatlantico

Gli Stati Uniti sono il partner strategico chiave dell'Unione europea. Condividiamo con loro i valori comuni della democrazia, dei diritti umani e dello stato di diritto nonché l'interesse strategico nella prosperità e nella sicurezza reciproche. Il partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP) è il più significativo progetto messo a punto di recente tra l'UE e gli USA e fornirà nuova linfa al partenariato transatlantico in tutti i suoi aspetti, non soltanto quelli commerciali. La sua positiva conclusione riveste la massima importanza geopolitica dinanzi alle sfide comuni. La trasformazione del sistema internazionale attualmente in corso e le ulteriori sfide che ci attendono sottolineano l'importanza del rapporto transatlantico nel garantire pace, sicurezza e stabilità. Intendiamo rafforzare il nostro partenariato per plasmare insieme il ventunesimo secolo.

La politica commerciale è uno strumento molto importante, alla base della visione strategica del nostro rapporto unico: essa lo sviluppa, potenzia e rafforza significativamente. Recenti dati mostrano che l'UE e gli USA rappresentano insieme più del 30% del commercio globale, con un avanzo commerciale positivo per l'UE pari a 105 miliardi di euro. Il Gruppo PPE intende incrementare ulteriormente il potenziale esistente in termini di occupazione, di crescita e di definizione comune di standard globali che contribuiranno a creare un sistema globale resiliente basato sullo stato di diritto e sulle migliori prassi governative.

Sosteniamo un partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP) approfondito, onnicomprensivo e reciprocamente vantaggioso

Con flussi molto consistenti, superiori a 700 miliardi di euro l'anno, e avanzi commerciali sempre crescenti a favore dell'UE, gli scambi transatlantici rappresentano più del 30% del commercio mondiale. Vediamo pertanto un enorme potenziale sottoutilizzato nonostante l'elevato livello di integrazione delle nostre economie. Il principale ostacolo a un ulteriore sviluppo è costituito dalle numerose barriere non tariffarie al commercio tuttora esistenti.

Il forte sostegno dei principali settori dell'industria dell'Unione europea, comprese molte PMI, è un evidente segnale che tale accordo potrebbe davvero aprire la strada a vantaggi sostanziali per i nostri cittadini, le nostre aziende e i loro dipendenti.

Secondo noi, il partenariato transatlantico su commercio e investimenti presenta vantaggi ancora maggiori dal punto di vista regolamentare. Il cambio di orientamento verso una maggiore cooperazione in campo normativo tra l'Unione europea e gli Stati Uniti e il reciproco riconoscimento o una maggiore armonizzazione, in tutti i casi in cui questi due criteri sono applicabili senza comportare un abbassamento delle norme in materia di tutela dei consumatori, dovrebbe evitare duplicazioni e ridurre sostanzialmente gli oneri amministrativi e regolamentari per le nostre imprese. Nell'ambito del nuovo partenariato rafforzato dovrebbe essere definita una nuova serie di norme e standard generali in materia di commercio che fungano da modello per gli altri partner mondiali. Il partenariato non dovrebbe essere visto come un ostacolo ma piuttosto come un'opportunità da cogliere per beneficiare del più grande mercato al mondo.

L'eliminazione delle tariffe sui beni industriali, in particolare le barriere ad alcuni importanti prodotti dell'UE, e la riduzione tangibile delle tariffe agricole, pur con il mantenimento di un trattamento speciale per i nostri prodotti tradizionali sensibili, è il tema centrale legato all'accesso al mercato. Tuttavia, l'accesso aperto al mercato deve essere accompagnato da garanzie di adeguate condizioni che assicurino una concorrenza equa e giusta. Le tariffe dell'UE dovrebbero essere mantenute in alcune aree della produzione industriale fino a quando gli Stati Uniti adotteranno politiche restrittive sulle esportazioni di energia verso l'UE che comportano uno svantaggio competitivo a sfavore delle industrie dell'Unione ad intensità di energia. Tale deroga dovrebbe consentire alle industrie dell'UE e degli Stati Uniti di competere su un livello di parità, prevenendo le distorsioni della concorrenza causate dal divario dei prezzi energetici. Vogliamo vedere realizzata una sostanziale riduzione di barriere gravose, anche nel campo sanitario e fitosanitario, accompagnata da un adeguato riconoscimento e da una cooperazione che rispetti pienamente le norme in materia di sicurezza dei consumatori, compresi il principio di precauzione nonché i principi di base e la legislazione dell'Unione europea in materia ambientale, sociale, di benessere degli animali e tutela dei consumatori.

I settori industriali soggetti a normative che generano costi sproporzionati, come il settore chimico, dovrebbero poter beneficiare di adeguati periodi di transizione. Inoltre, le normative esistenti dovrebbero essere soggette a scrutinio nell'ottica della sostenibilità economica e della competitività europea.

Un accordo ampio, ambizioso e onnicomprensivo sugli appalti e i servizi pubblici è una componente essenziale di questi negoziati poiché l'incremento degli scambi di servizi apporterà ulteriori benefici a entrambe le economie. Il settore audio-visivo deve essere tenuto al di fuori dell'ambito dei negoziati e l'accordo non può portare a un deterioramento degli standard europei di protezione dei dati e delle disposizioni di legge in materia di servizi pubblici e aziende che li distribuiscono. Ribadiamo che i nostri partner statunitensi dovrebbero effettuare concessioni in materia di servizi finanziari e migliore accesso al mercato nel campo degli appalti pubblici, in particolare a livello sub-federale.

Le indicazioni geografiche restano un punto di interesse determinante per il nostro gruppo e dovrebbero essere adeguatamente tutelate sul mercato statunitense attraverso una drastica riduzione del rischio di utilizzo fuorviante di nomi e prodotti simili.

È estremamente importante inserire nel partenariato transatlantico su commercio e investimenti un capitolo su disposizioni specifiche in materia di energia concernente tutte le misure che attualmente limitano o condizionano le esportazioni di energia. Nell'attuale contesto geopolitico, il partenariato transatlantico su commercio e investimenti è il quadro di riferimento più adeguato per istituire una collaborazione durevole in questo ambito. Ci aspettiamo che i nostri partner transatlantici rimuovano il requisito relativo all'autorizzazione e che predispongano le infrastrutture necessarie alle esportazioni di energia in Europa.

L'accordo deve prevedere un capitolo corposo sugli investimenti che possono dare maggiori stimoli per incrementare la crescita, creare occupazione e garantire la certezza del diritto agli investitori. Il Gruppo PPE ritiene che il quadro di riferimento legale del partenariato transatlantico possa creare le migliori condizioni per incrementare gli investimenti a livello bilaterale. Esso deve prevedere un meccanismo modernizzato, trasparente e imparziale per la risoluzione delle controversie tra investitori e Stato (ISDS) che assicuri un equilibrio tra, da una parte, la necessità di garantire la certezza del diritto e l'applicabilità dei trattati internazionali e, dall'altra, quella di preservare le prerogative democratiche legislative dei firmatari. Un tale strumento deve contemplare meccanismi specifici che impediscano trattamenti discriminatori per gli investitori dell'UE, in particolare per le PMI quando si vedono contestare qualcosa o devono contestare autorità nazionali o locali negli Stati Uniti.

L'accordo deve garantire che si preveda un pacchetto sulla mobilità reciprocamente vantaggioso, che includa la facilitazione dei visti per i fornitori di beni e servizi di tutti gli Stati membri e il riconoscimento delle loro qualifiche professionali e tecniche.

Infine, il Gruppo PPE ribadisce l'importanza del ruolo specifico delle PMI che sono un motore determinante per la crescita, la creazione di posti lavoro e l'innovazione. Il partenariato dovrebbe rappresentare un punto di riferimento in quanto accordo commerciale favorevole alle PMI, che preveda norme commisurate alle loro esigenze e capitoli specifici a loro dedicati. Esso dovrebbe inoltre contemplare l'istituzione di un comitato speciale per le PMI e lo sviluppo di una rete online che fornisca informazioni dettagliate sulle disposizioni normative vigenti negli Stati Uniti volte a facilitare l'inclusione delle PMI nel commercio transatlantico.

Nel mondo moderno gli scambi di beni e servizi superano i confini statali, così come la definizione di norme a livello globale. Vogliamo un programma nel settore del commercio che presenti vantaggi sia per le imprese che per i consumatori; vogliamo un commercio che sia equo e sostenibile al tempo stesso.

Anche se gli Stati Uniti sono il nostro principale partner commerciale, non sono l'unico. Il partenariato transatlantico opererà in un contesto definito anche dai nostri rapporti con altri partner commerciali. L'accordo potrà incidere su questo contesto attraverso la messa a punto di norme globali in materia di commercio per il futuro e forse il rilancio del processo di liberalizzazione a livello multilaterale. È in questo che risiede l'interesse comune di America ed Europa. Un accordo rafforzato avrà degli effetti sul nostro rapporto politico-economico bilaterale con gli Stati Uniti a livello globale e rafforzerà i nostri legami strategici nel ventunesimo secolo. Il partenariato transatlantico su commercio e investimenti può costituire la pietra miliare per l'istituzionalizzazione del più forte rapporto di collaborazione al mondo.

La politica commerciale dell’UE nel contesto globale

L'UE è in prima linea nella liberalizzazione del commercio mondiale, come dimostrano i numerosi partenariati commerciali esistenti a livello mondiale. Nel valutare i nostri attuali rapporti economici ne riconosciamo le caratteristiche divergenti: se negli ultimi anni sono stati compiuti progressi su molti fronti, in altri ambiti si è assistito a uno stallo. Sulla base di questa esperienza, ricordiamo l'impatto positivo degli accordi di libero scambio sottoscritti finora dall'UE e sollecitiamo rapidi progressi nei negoziati in corso, compresi i colloqui relativi all'accordo sugli scambi di servizi (TiSA) e il partenariato regionale con il Mercosur. Sottolineiamo l'importanza della cooperazione economica nel quadro della politica europea di vicinato e chiediamo ulteriori progressi verso la sottoscrizione di accordi di libero scambio approfonditi e onnicomprensivi. Accogliamo con favore gli sviluppi in corso in Asia, Africa e America latina, che stanno aiutando milioni di persone a uscire dalla povertà e dando impulso alla crescita economica globale. Sosteniamo la ratifica dell'accordo economico e commerciale globale (CETA) e riteniamo che numerose delle sue disposizioni in materia di protezione degli investimenti costituiscano un programma per accordi futuri. Vogliamo entrare attivamente in contatto con partner situati in tutto il mondo, perseguendo un'agenda commerciale ambiziosa in un contesto globale.

Il nostro impegno a favore di un commercio libero ed equo e dell'apertura dei mercati

Siamo pienamente consapevoli del fatto che la politica commerciale non è fine a se stessa. Essa non dovrebbe tuttavia essere sovraccaricata con temi non direttamente legati al commercio internazionale che potrebbero essere affrontati meglio in altri contesti. Il nostro gruppo promuove lo sviluppo sostenibile negoziando accordi di partenariato economico (APE) che sappiano conciliare gli interessi dell'Europa con quelli dei paesi ACP, incentivando lo sviluppo attraverso la promozione dell'integrazione regionale, creando opportunità di commercio e d'investimento, migliorando la governance economica e ricordando a tutte le parti interessate che altre regioni del pianeta hanno dimostrato in che modo il commercio può contribuire al benessere. Siamo convinti che l'iniziativa EBA ("Everything but Arms"), il sistema di preferenze generalizzate (SPG) e i programmi SPG+ siano buoni strumenti capaci di sostenere lo sviluppo e la crescita economica. Valutiamo positivamente l'iniziativa della Commissione europea sui minerali provenienti da zone di conflitto, volta a impedire che i profitti derivanti dal commercio di questi minerali continuino a essere utilizzati per finanziare conflitti armati.

Vogliamo strumenti di difesa del commercio efficaci

Una maggiore liberalizzazione del commercio richiede comunque la capacità di prevenire pratiche commerciali sleali nei nostri mercati. Per questo riteniamo che gli strumenti di difesa commerciale (TDI) siano una componente appropriata della strategia commerciale dell'UE e apprezziamo le iniziative previste nell'ambito della riforma di questi strumenti e mirate a snellire, rafforzare e accelerare il loro utilizzo e a evitarne l'indebolimento. Fra di esse figura la rimozione della regola del dazio inferiore nei casi di distorsioni e sussidi nel commercio delle materie prime. Accoglieremmo quindi con favore eventuali tentativi tesi ad accrescere la trasparenza degli strumenti utilizzati nell'ambito dei processi della catena del valore globale.

Chiediamo un piano per la protezione degli investimenti 2.0

Gli oltre 1 400 trattati bilaterali in materia di investimenti sottoscritti dagli Stati membri dell'UE sono stati e sono ancora strumenti efficaci per proteggere i nostri investitori da pratiche inique adottate all'estero. Per questo dobbiamo migliorare ulteriormente l'efficacia di questo sistema introducendo un sistema europeo moderno di protezione degli investimenti, una competenza trasferita dagli Stati membri all'UE ai sensi del trattato di Lisbona. Gli attuali e futuri requisiti legislativi in materia di protezione dei consumatori, politica ambientale e sociale e prerogative parlamentari non devono essere compromessi dal sistema di risoluzione delle controversie tra investitori. Lo strumento per un'efficace protezione degli investimenti 2.0, che potrebbe essere incluso negli accordi di libero scambio dell'UE, dovrebbe soddisfare una serie di condizioni: è necessario garantire uno spazio di manovra politica e il diritto degli Stati a regolamentare; il forum-shopping dovrebbe essere impossibile; i gruppi di esperti devono agire nel modo più trasparente possibile; è necessario prevedere una possibilità di revisione delle regole e la nomina indipendente e neutrale degli arbitri e chi perde la causa deve sostenerne i costi. Deve essere garantito l'accesso facilitato delle PMI allo strumento di risoluzione delle controversie nonché il diritto a chiedere giustizia presso le autorità giudiziarie nazionali, mentre il nostro obiettivo di lungo termine è un tribunale internazionale indipendente.

Vogliamo il principio della reciprocità positiva sui mercati internazionali degli appalti pubblici

Denunciamo il fatto che l'elevato grado di apertura dei mercati degli appalti pubblici dell'UE a tutti i livelli governativi non trovi molto spesso riscontro in un proporzionale accesso per i fornitori dell'Unione all'estero. Chiediamo l'accesso reciproco positivo al settore degli appalti pubblici per garantire l'apertura di mercati esteri di appalti più trasparenti e non discriminatori. Qualora i nostri partner commerciali non collaborino, dobbiamo poter ricorrere a strumenti che tutelino gli interessi del nostro mercato, delle nostre aziende e dei consumatori.

Le nostre industrie necessitano di un approvvigionamento sostenibile e senza distorsioni di materie prime

Intendiamo combattere pratiche commerciali inique come restrizioni alle esportazioni, imposte sulle esportazioni e i cosiddetti meccanismi di doppia prezzatura a livello multilaterale e bilaterale; in tale contesto sosteniamo la proposta di rimuovere la regola del dazio inferiore in caso di distorsioni nel commercio delle materie prime. Rifiutiamo pratiche monopolistiche e motivate da ragioni politiche nel mercato energetico.

Occorre migliorare la cooperazione doganale all'interno e all'esterno dell'UE

Stiamo lanciando l'idea di istituire un servizio doganale unificato per una più efficace applicazione delle normative e procedure doganali in tutta l'Unione. Chiediamo adeguate tutele dei diritti di proprietà intellettuale, che tengano conto anche degli interessi dei più poveri, soprattutto per quanto concerne la possibilità di beneficiare di aiuti con meno adempimenti burocratici possibile, nonché l'applicazione alle frontiere di tutta la legislazione dell'UE, comprese le disposizioni del regolamento REACH e quelle in materia di sicurezza dei prodotti.

Un buon accordo in materia di scambi di servizi rappresenta un apripista sui mercati esteri e una rete di sicurezza sul mercato interno

Attualmente oggetto di negoziati tra 24 parti che rappresentano il 70% degli scambi globali di servizi, l'accordo sugli scambi di servizi (TiSA) mira ad aprire la strada a nuovi impegni in termini di accesso al mercato e a innalzare il livello degli standard internazionali. Il gruppo PPE sostiene tale doppio approccio volto a ridurre le barriere non tariffarie e a creare un terreno di parità a livello globale, in particolare nei settori di punta dell'UE come quelli delle telecomunicazioni, dei trasporti, dei servizi professionali e finanziari. In un momento in cui le norme esistenti vengono aggiornate per far fronte alle esigenze dell'era digitale e ci si adopera per innalzare il livello degli impegni sottoscritti, il Gruppo PPE sottolinea la necessità di offrire vantaggi tangibili ai consumatori (ad esempio nel caso del roaming e del commercio elettronico) e di consentire a parti interessate, come la Cina, di partecipare ai colloqui negoziali, purché accettino le norme e gli obiettivi concordati al fine di garantirne la futura multilateralizzazione.

Il nostro gruppo condivide la posizione secondo cui i diritti fondamentali sanciti nei trattati dell'UE non dovrebbero essere oggetto di negoziato. Occorre prestare attenzione alla modalità 4, che dovrebbe essere limitata alla circolazione temporanea di professionisti altamente qualificati e scollegata da qualsiasi aspetto connesso ai fenomeni migratori, nonché alla modalità 1, che dovrebbe andare di pari passo con rigorose regole comuni.

Conseguentemente, i negoziati dovrebbero essere orientati dai principi che hanno ispirato la creazione e lo sviluppo dell'UE stessa (articolo 21 del TUE), tra cui il libero scambio, la concorrenza equa e la reciprocità. Secondo il Gruppo PPE, il rispetto di tali principi guida sarebbe un primo passo per la definizione di un buon accordo sugli scambi di servizi, che presenterebbe aspetti positivi sia per le aziende che per i cittadini d'Europa e sarebbe complementare al partenariato transatlantico su commercio e investimenti.

Sosteniamo relazioni commerciali più solide con i nostri partner del vicinato orientale

Siamo consapevoli dell'importanza della creazione di un vicinato orientale europeo stabile, democratico e prospero e delle sfide a essa legate. Sosteniamo la creazione di zone di libero scambio globale e approfondito che offrano ai paesi del partenariato orientale interessati un quadro di riferimento per la modernizzazione delle relazioni commerciali e lo sviluppo economico attraverso un'apertura dei mercati da realizzare grazie alla progressiva rimozione delle tariffe doganali e delle barriere non tariffarie e a un'ampia armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari in vari settori legati al commercio, creando così le condizioni per un allineamento dei settori chiave delle loro economie agli standard dell'UE.

Chiediamo la piena e tempestiva realizzazione della zona di libero scambio globale e approfondito prevista dall'accordo sottoscritto da UE e Ucraina. L'Unione dovrebbe adottare tutte le misure tecniche e finanziarie necessarie ad aiutare il nostro partner a realizzare le riforme volte a recepire e dare attuazione ai provvedimenti e alle norme concordati.

Le zone di libero scambio globale e approfondito non sono l'obiettivo finale dello sviluppo delle nostre relazioni commerciali con i partner del partenariato orientale, ma un importante passo verso la progressiva integrazione economica dei partner nel mercato interno dell'UE e quindi verso la creazione di uno spazio economico.

Vogliamo approfondire i negoziati commerciali dell'UE con il Mediterraneo

Il commercio tra l'Unione europea e il Mediterraneo presenta buone prospettive. Sosteniamo l'avvio di negoziati per la creazione di zone di libero scambio globale e approfondito con alcuni paesi della regione e la prosecuzione del confronto sulla rimozione delle barriere non tariffarie e tecniche, con particolare attenzione ai nostri standard e ai prodotti sensibili, come quelli agricoli. Sosteniamo il dialogo sul commercio e le attività economiche con tutti gli attori economici regionali, in particolare con le PMI; tale dialogo contribuisce al raggiungimento dell'obiettivo della stabilizzazione politica della regione.

Il rafforzamento delle relazioni commerciali euro-mediterranee permetterà di consolidare quelle tra i paesi del Mediterraneo meridionale, contribuendo all'integrazione economica della regione a livello multilaterale.

Sosteniamo la ratifica dell'accordo commerciale tra UE e Canada (CETA)

L'accordo economico e commerciale globale (CETA) dovrebbe incrementare di quasi il 25% gli scambi di beni e servizi tra l'UE e il Canada. Complessivamente si stima che esso possa aumentare la produzione dell'UE di circa 12 miliardi l'anno.

Siamo favorevoli all'eliminazione di quasi tutti i dazi all'importazione che farebbe risparmiare agli esportatori europei circa 500 milioni di euro l'anno. Valutiamo positivamente il fatto che l'accordo CETA consenta alle aziende dell'UE di partecipare ad appalti pubblici in Canada e di accedere al mercato canadese dei servizi e degli investimenti. Il nostro mercato del lavoro beneficerà della possibilità di scambiare più facilmente personale e fornitori di servizi. Sosteniamo la cooperazione rafforzata sull'applicazione delle norme relative ai diritti di proprietà intellettuale e accogliamo con favore il fatto che le nostre aziende agricole e il settore alimentare potranno godere delle tutele offerte dalle indicazioni geografiche dell'UE in Canada, salvaguardando al tempo stesso gli interessi specifici di questo settore. Siamo convinti che l'esito equilibrato del confronto sull'accesso al mercato debba permettere a entrambe le parti di accrescere le esportazioni senza sostanziali rischi per la produzione locale.

Apprezziamo il capitolo sugli investimenti e sottolineiamo l'importanza del miglioramento del meccanismo per la risoluzione delle controversie tra investitori e Stato, che prevede definizioni chiare, un campo di applicazione dettagliato e circoscritto e il rispetto delle norme sulla trasparenza. Siamo convinti di essere sulla buona strada per far fronte alle sfide legate alla protezione degli investimenti, ancora necessaria nel ventunesimo secolo. Crediamo fermamente che il testo rappresenti un significativo passo avanti verso una maggiore trasparenza ed equità nell'intera procedura.

Sosteniamo politiche commerciali più attive e aggiornate nei confronti dell'America latina e dei Caraibi

Accogliamo con favore l'entrata in vigore del pilastro commerciale dell'accordo di associazione con l'America centrale nonché l'applicazione provvisoria dell'accordo commerciale con la Colombia e il Perù e sosteniamo con forza l'adesione dell'Ecuador come terzo partner. Consideriamo l'entrata in vigore degli APE con 14 paesi caraibici come un primo passo; tali accordi sono l'esempio migliore di come l'UE stia tentando di preservare e promuovere l'integrazione regionale.

L'UE è ancora il primo investitore, il primo donatore e il secondo partner commerciale dell'America latina e ha contribuito notevolmente alla riduzione e all'alleviamento della povertà come pure al miglioramento della governance e allo sviluppo delle capacità in questa regione. Le relazioni commerciali con i partner dell'America latina e dei Caraibi sono finalmente diventate una priorità per l'Unione europea, come dimostrato dalla rete di accordi regionali sottoscritti. Siamo convinti che vi sia ampio margine per fare di più in uno spirito di fiducia reciproca e con vantaggi per entrambe le parti al fine di creare un'area euro-latinoamericana di partenariato interregionale basata su un modello di regionalismo compatibile con l'OMC.

Vogliamo che vengano aggiornati alcuni degli accordi esistenti

Caldeggiamo una rapida analisi delle opzioni possibili per modernizzare l'accordo di associazione con il Cile. Chiediamo che sia concluso l'esercizio esplorativo attualmente in corso al fine di procedere a un aggiornamento globale dell'accordo dell'UE con il Messico e di avviare rapidamente i negoziati.

Sollecitiamo progressi rapidi nei negoziati con il MERCOSUR

Riteniamo che un accordo globale ed equilibrato con i paesi del MERCOSUR, che presti particolare attenzione e impieghi un trattamento di tariffe/quote particolare per i settori più delicati dell'UE, come ad esempio l'agricoltura, potrebbe costituire uno stimolo estremamente utile per entrambe le regioni. Come nel caso del recente accordo con la comunità andina, poi divenuto un accordo con Colombia e Perù, crediamo opportuno negoziare un accordo con i paesi del Mercosur disposti a proseguire in questa direzione. Sosteniamo le iniziative della Commissione europea tese a rimuovere le barriere commerciali eccessive, segnatamente le tariffe elevate e gli ostacoli alle importazioni, e i sussidi nella regione.

Vogliamo condizioni di parità con la Cina

La Cina è una delle più grandi economie al mondo. Il suo straordinario sviluppo interno offre importanti opportunità per i nostri esportatori e investitori. L'UE è il principale partner commerciale della Cina, mentre per noi essa è seconda soltanto agli Stati Uniti. Il volume del commercio di beni con la Cina è aumentato notevolmente negli ultimi anni, accompagnato da una rapida crescita delle esportazioni dell'UE; ciononostante l'Unione continua a registrare un significativo disavanzo commerciale. Ciò è parzialmente dovuto al persistere di misure non tariffarie ingiustificate e di ostacoli tecnici, che devono essere progressivamente eliminati allo scopo di garantire la sostenibilità del nostro partenariato economico. L'UE è impegnata ad aprire le relazioni commerciali con la Cina a condizioni eque e nel pieno rispetto degli obblighi dell'OMC.

Nel frattempo appoggiamo e seguiamo da vicino i negoziati in corso per un accordo sugli investimenti tra UE e Cina finalizzato alla creazione di un quadro giuridico più sicuro per un accesso al mercato nel lungo termine. Il progresso di questi colloqui invierà un segnale forte sul ruolo che la Cina deve svolgere nell'economia globale.

Vogliamo rilanciare il nostro partenariato commerciale con il Giappone

L'UE e il Giappone sono rispettivamente la prima e la quarta più grande economia al mondo, e rappresentano più di un terzo del PIL globale. Esse intrattengono inoltre solide e fruttuose relazioni economiche. È tuttavia possibile fare molto di più per mettere a frutto il potenziale degli scambi di beni e servizi tra l'Unione e il Giappone e rafforzare la cooperazione sulle sfide globali, compresa la politica energetica.

Per tale motivo il Gruppo PPE ritiene che i negoziati in corso con il Giappone per la conclusione di un accordo di libero scambio globale e ambizioso rappresentino l'opportunità migliore per rilanciare questo rapporto. Auspichiamo un accordo che offra vantaggi a entrambe le parti, incrementi la domanda delle rispettive esportazioni eliminando o riducendo sostanzialmente le barriere tariffarie e non tariffarie al commercio e accresca il volume degli investimenti diretti esteri delle due regioni.

Sollecitiamo uno sviluppo pragmatico delle nostre relazioni commerciali con l'India

Benché il valore degli scambi tra l'UE e l'India sia più che raddoppiato nell'ultimo decennio, raggiungimento 72 miliardi di euro nel 2014, esso non espleta il suo pieno potenziale. Malgrado il dinamismo e le dimensioni dell'economia e della popolazione indiane, il difficile ambiente normativo e le barriere tariffarie e non tariffarie come restrizioni quantitative, licenze di importazione, test e certificazioni obbligatori, ostacolano lo sviluppo del nostro partenariato commerciale. Date tali circostanze, è opportuno accelerare i negoziati sull'accordo di libero scambio tra l'UE e l'India, avviati nel 2007.

Il Gruppo PPE sostiene un approccio pragmatico volto a incoraggiare potenziali sinergie nelle nostre relazioni economiche con l'India, soprattutto negli scambi di servizi e nel campo della scienza e delle tecnologie, e a rafforzare la cooperazione per lo sviluppo sostenibile.

Vogliamo una strategia proattiva sui paesi ASEAN

Il commercio con i paesi dell'ASEAN (Associazione delle nazioni del sud-est asiatico) offre alcune fra le migliori opportunità per le imprese europee, le quali devono confrontarsi con barriere non tariffarie concrete che impediscono di mettere pienamente a frutto il potenziale di tali mercati. Il Gruppo PPE appoggia una strategia proattiva mirata a negoziare e dare piena applicazione agli accordi bilaterali con i paesi ASEAN al fine di promuovere un migliore accesso per le aziende europee e di eliminare le barriere non tariffarie. Il Gruppo PPE vuole ora vedere pienamente applicati e rispettati da entrambe le parti gli accordi bilaterali finalizzati con Singapore e il Vietnam.

Chiediamo un ulteriore slancio nei negoziati sugli accordi di libero scambio con l'Australia e la Nuova Zelanda

L'UE, l'Australia e la Nuova Zelanda sono partner che presentano delle affinità, condividono molti valori e interessi e assumono posizioni comuni su importanti temi di rilevanza internazionale e globale come diritti umani, sicurezza, sviluppo e cambiamento climatico. Chiediamo quindi un ulteriore slancio nei negoziati sugli accordi di libero scambio sia con l'Australia che con la Nuova Zelanda. Prendiamo atto delle iniziative adottate dai nostri partner commerciali, non ultimo il partenariato trans-pacifico, e crediamo che l'UE debba innalzare il livello del suo impegno nell'ambito dei negoziati per un accordo di libero scambio globale allo scopo di potenziare il libero scambio ma anche di mantenere l'influenza costruttiva dell'UE nella regione.