La Via (FI/PPE): "Penalizzare la politica di coesione e la PAC, un errore che l'Europa non può permettersi"

29.05.2018 12:00

La Via (FI/PPE): "Penalizzare la politica di coesione e la PAC, un errore che l'Europa non può permettersi"

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Strasburgo, 29.05.2018."Razionalizzare, sì, ma non penalizzare settori vitali per la crescita dell'Unione". Lo ha detto l'eurodeputato del PPE Giovanni La Via commentando la plenaria di oggi a Strasburgo. "Il quadro finanziario pluriennale 2021-2027 impone una redistribuzione delle risorse, causa di forza maggiore l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue, ma occorre che le istituzioni non perdano di vista il buonsenso e le esigenze reali del territorio e dei cittadini europei. Il nostro sforzo deve concentrarsi nel trovare e definire una strategia di bilanciamento, ma ad oggi è evidente uno squilibrio", dice La Via, e aggiunge, "La PAC e la politica di coesione sono gli ambiti su cui maggiormente peseranno i criteri proposti dalla Commissione: i rispettivi tagli del 7% (cioè circa 20 miliardi in meno per i prossimi 7 anni) e del 5%, non rispondono all'obiettivo di chiusura di un bilancio ambizioso all'altezza delle sfide della globalizzazione. Gli incentivi alla ricerca, alla sicurezza, all'innovazione, agli scambi culturali come l'Erasmus, rispondono certamente, ne prendiamo atto, all'idea di un'Europa moderna e solidale, in grado di tutelare la popolazione, e investire sulle proprie risorse e intelligenze, creando quindi opportunità e sbocchi occupazionali. D'altra parte - aggiunge l'europarlamentare - la PAC, quindi l'agricoltura, non dimentichiamolo, crea vantaggi non solo per gli agricoltori, ma svolge un ruolo fondamentale nel “nutrire il pianeta” e arricchisce tutto il territorio, dunque se valorizzata e sostenuta rappresenta un valore inestimabile per la nostra economia e per il tessuto sociale. Mi auguro - dice La Via - che si possano garantire le adeguate risorse per gli agricoltori già piegati dalla crisi economica, dai fattori climatici, e da un mercato sempre più competitivo, che richiede tecnologia, innovazione, investimenti, soprattutto in quelle aree duramente colpite da una serie di concause, dove è urgente drenare l'abbandono delle terre e la migrazione dei giovani verso nuove e più rassicuranti prospettive". E conclude, rifacendosi alle parole di Oettinger, "Non ignoriamo che l'uscita dall'Ue della Gran Bretagna abbia un peso, e non inseguiamo un fantasma, al contrario è una realtà con cui siamo chiamati a fare i conti, conti che al momento ci stanno un po' stretti. Serve quindi uno sforzo maggiore da parte degli Stati membri, e noi lo chiederemo con forza". 

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