Pesca: eurodeputati Ppe, ok a sostenibilità ma non a scapito dei diritti dei pescatori

06.02.2013 17:30

Pesca: eurodeputati Ppe, ok a sostenibilità ma non a scapito dei diritti dei pescatori

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Le opinioni espresse qui sono quelle della delegazione nazionale, che non riflettono sempre quelle del Gruppo nel suo insieme
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La Via, Antinoro e Rivellini criticano duramente il testo approvato oggi in Aula che impone una quantità di “rigetti” giudicata troppo elevata

Il Parlamento europeo ha approvato quest’oggi la nuova politica comunitaria della pesca con un testo che, a detta dei tre parlamentari del Ppe, Antonello Antinoro, Enzo Rivellini  e del capo delegazione Giovanni La Via, penalizza fortemente gli operatori del settore.

Il testo prevede, nell’ottica di una maggiore sostenibilità ambientale, lo stop alla pratica dei “rigetti”, ovvero la parte del pescato che -poiché costituita da esemplari troppo piccoli o non desiderati- viene scaricata a mare. Secondo la relatrice del gruppo dei Socialisti, con la nuova riforma sarà possibile “avere a disposizione 15 milioni di tonnellate di pesce in più entro il 2020 e creare 37 mila nuovi posti di lavoro”.

 Secondo Giovanni La Via, capo delegazione del Ppe “con il voto di oggi sono prevalse le logiche del gruppo dei Verdi e dei paesi del Nord europa, a discapito degli interessi dei pescatori che operano nel Mediterraneo e che hanno visto i loro interessi non tutelati”.

.Rafforza il coro di critiche anche l’eurodeputato Enzo Rivellini secondo cui "Nel nuovo regolamento comunitario vengono considerati i diritti del mare, i diritti dei pesci, i diritti dell'ambiente, ma non quelli dei pescatori”. L’europarlamentare ha poi sottolineato come “il Gruppo del PPE in Commissione Pesca ed io in particolare avevamo proposto un emendamento per graduare in percentuale e nel tempo i divieti dei rigetti e che tenesse in considerazione la specificità dei bacini a cui si fa riferimento, ma la Sinistra miope ha bocciato la proposta”Antonello Antinoro, coordinatore del gruppo Ppe per la commissione Pesca del Parlamento europeo, ritiene che questa riforma “non farà altro che creare ancora più confusione e dissenso all’interno del settore. Nascondendosi dietro la demagogia di una pesca attenta alla conservazione dei mari –prosegue- sono passate tante misure volte a limitare sempre più la vera pesca sostenibile, ovvero quella artigianale e costiera tipica del Mediterraneo”. Antinoro ha ricordato che “non sono certamente i pescatori la causa dell’impoverimento degli stock ittici, ma tutte le esternalità, come il trasporto o le infrastrutture che danneggiano l’ecosistema marino e a cui stranamente molti ambientalisti sembrano non interessarsi”.

La Via ha affermato che la delegazione italiana del PPE “voleva cambiare la percentuale di rigetti, portandola dal 3% -così come proposto dalla relazione- al 10%. Nonostante il voto di oggi che ci lascia insoddisfatti –conclude il capo delegazione- continueremo il nostro lavoro per invertire la rotta tutelare gli operatori del settore del nostro Paese”.

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