Da Commissione europea non solo blande rassicurazioni ma assuma subito una posizione di fermezza

13.01.2014 14:15

Da Commissione europea non solo blande rassicurazioni ma assuma subito una posizione di fermezza

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“Non bastano le blande rassicurazioni giunte questa mattina dal portavoce dell’Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton, sul caso dei nostri marò. La Commissione europea deve assumere una posizione di fermezza. Per questo motivo abbiamo inviato una lettera al Presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, e all’Alto Rappresentante affinché si attivino per far sì che giunga tutto il sostegno possibile all’Italia in questa incresciosa e inaccettabile vicenda”. Lo rendono noto i Vicepresidenti dell’Europarlamento Angelilli e Pittella.

“Chiediamo un intervento netto e concreto. L’Europa - proseguono - non può restare a guardare: non si tratta solo di una vicenda bilaterale tra due Stati, ma sono in gioco il ruolo della diplomazia europea, i principi consuetudinari del diritto internazionale ma soprattutto il rispetto dei diritti umani fondamentali”.

“Infatti - proseguono - non può non suscitare indignazione presso le Istituzioni europee l'ipotesi da parte del Governo indiano di prendere in considerazione una condanna a morte per i due fucilieri della marina italiana. Ipotesi riaffacciatasi incredibilmente in questi giorni dopo accordi e promesse al Governo italiano che sembravano averla assolutamente esclusa. L’Unione europea ha ricevuto il premio Nobel per la pace anche in virtù del suo continuo e costante impegno contro la pena capitale”.

“La Commissione europea e l’Alto Rappresentante devono fare tutto ciò che è in loro potere al fine di sostenere il Governo italiano in questa complicata disputa internazionale e in particolare verificare passo dopo passo la legittimità delle azioni e delle procedure che l´India ha intrapreso o che intende intraprendere, con l´obiettivo primario di far rispettare i legittimi diritti dei due marò, scongiurare 

l´ipotesi di condanna a morte e avvalersi di ogni strumento giuridico, politico e diplomatico a disposizione dell´Unione europea per consentire a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone di poter essere giudicati da un tribunale italiano”, concludono Angelilli e Pittella.

 

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