Salini (FI-PPE), Emissioni auto: «Insostenibile il taglio del 40% entro 2030: grave minaccia per industria e posti di lavoro»

03.10.2018 13:00

Salini (FI-PPE), Emissioni auto: «Insostenibile il taglio del 40% entro 2030: grave minaccia per industria e posti di lavoro»

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Le opinioni espresse qui sono quelle della delegazione nazionale, che non riflettono sempre quelle del Gruppo nel suo insieme

«Il taglio della emissioni del 40% al 2030 proposto dai socialisti e avallato oggi da un Parlamento profondamente spaccato è un target fissato senza fare i conti con la realtà, frutto di totale irresponsabilità verso la transizione industriale ad una mobilità più sostenibile che tutti vogliono ma che solo alcuni hanno il coraggio di analizzare nel merito». E’ quanto dichiara l’eurodeputato di Forza Italia Massimiliano Salini, relatore per il Ppe dell’opinion nelle Commissioni Industria e Trasporti sulla normativa che fissa nuovi limiti di emissioni CO2 per auto e furgoni. Il dossier è stato votato oggi a Strasburgo. 

«A differenza del target del 35% per le auto e del 30% per i mezzi commerciali entro il 2030, ambizioso ma realistico, proposto dal Ppe, quelli avallati oggi sono obiettivi non solo insostenibili che minacciano industria e posti di lavoro - spiega Salini - ma anche contraddittori: ignorando il principio di neutralità tecnologica ed esasperando il modello dell’auto elettrica, forzeranno infatti la transizione ‘green’ costringendo il sistema industriale a produrre paradossalmente energia elettrica anche con modalità poco rispettose dell’ambiente, come le centrali a carbone». 

«Le priorità sono neutralità tecnologica nelle fonti e gradualità nel taglio delle emissioni - aggiunge l’eurodeputato - Il Parlamento Ue deve accettare la sfida del cambiamento verso la mobilità pulita senza capricci ideologici iper ambientalisti. Il settore automotive ci ha reso grandi nel mondo, l’intera filiera dà lavoro a 12 milioni di cittadini in tutta Europa, vale il 4% del Pil ed è costituita per l'85% di Pmi e fornitori: invece di metterlo a repentaglio con politiche avulse dalla realtà, dobbiamo sforzarci di fissare target ambientali compatibili con l’attività d'impresa, creando anche le condizioni affinché i posti di lavoro modificati dall’inevitabile cambiamento vedano nuovi sbocchi, ad esempio incentivando un’industria europea della batteria che affrancherebbe il processo di elettrificazione dal monopolio cinese nel settore».

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