Brexit
Dopo il referendum sulla Brexit tenutosi a giugno 2016, dove gli inglesi, con un'esigua maggioranza, hanno votato a favore dell'uscita dall'UE, il 29 marzo 2017 il Regno Unito ha attivato l'articolo 50, innescando ufficialmente la Brexit (è la prima volta che uno Stato membro lascia l'UE) e avviando un periodo di negoziati di durata biennale volti a raggiungere un "accordo di divorzio".
Il Parlamento europeo dovrà approvare o respingere l'accordo finale sul recesso e, nel mese di aprile 2017, è stata la prima Istituzione europea a prendere posizione in merito ai negoziati sulla Brexit.
Tale posizione rispecchia le nostre priorità: tutelare i diritti dei cittadini dell'UE nel Regno Unito e dei cittadini del Regno Unito negli Stati Membri, assicurarsi che il Regno Unito rispetti i propri impegni finanziari e accetti un accordo sull'Irlanda del Nord che eviti la creazione di una frontiera fisica con l'Irlanda e sancisca irrevocabilmente i termini dell'accordo di pace del Venerdì santo.
La risoluzione fornirà anche un metro di paragone per valutare l'esito dei negoziati relativi al recesso del Regno Unito dall'UE.
Nei prossimi due anni la Brexit rimarrà una priorità per il Parlamento europeo mentre Unione europea e Regno Unito negozieranno innanzitutto l'uscita ordinata di quest'ultimo, poi delle disposizioni transitorie e, infine, un accordo relativo alle relazioni future.
In base ai risultati dei sondaggi commissionati dal Gruppo PPE, il 78% dei cittadini europei ritiene che l'obiettivo principale dei negoziati sulla Brexit debba essere la protezione degli interessi dei restanti 27 Stati Membri, in particolare delle loro economie. Ulteriori risultati dei sondaggi.
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